Come associazione culturale che, nel nostro piccolo, da anni lavora per promuovere la valle del Tresinaro, nonché uno specifico metodo di approccio alla conoscenza dei territori finalizzato anche alla loro promozione turistica, non possiamo esimerci dall’esprimere un giudizio negativo in merito alla costruzione, in corso, di una grande struttura in fregio alla strada Statale, presso la rotonda di Pratissolo, cioè a quella porzione di spazio che rappresenta a tutti gli effetti una dei panorami d’ingresso sia alla Valle che a Scandiano.
Venendo da Ovest tramite la strada statale, quello spazio rappresentava un vero e proprio biglietto da visita della Valle poiché in un solo colpo d’occhio era possibile cogliere, incastonate nella bellezza delle colline, la parte alta del torrione della Rocca, la chiesa di Ventoso e il castello della Torricella.
Un quadro paesaggistico unico che si sarebbe potuto, e dovuto, preservare e magari valorizzare ulteriormente e non sfregiare in modo osceno come è accaduto.
Usiamo il termine osceno in senso estetico per dire di qualcosa di brutto che, in quanto brutto, non dovrebbe “essere in scena”, ovvero vedersi e che invece, oscenamente, occupa la scena (la scena del paesaggio) deturpando una parte integrante e pubblica, del patrimonio culturale scandianese, e di quelle colline che dal XV secolo in poi sono considerate fra le più belle d’Italia, come ribadiva anche all’inizio del secolo scorso Luigi Bertarelli (fondatore del Touring club italiano). Abbiamo usato la parola pubblico perché la centralità del paesaggio e la rilevanza della sua tutela sono tra i valori costituzionalmente garantiti dall’ordinamento giuridico della Repubblica. Centralità riconosciuta anche da un consolidato orientamento della Corte Costituzionale, ai sensi del quale la tutela del valore estetico culturale del paesaggio è elevata a valore primario dell’ordinamento costituendo un interesse pubblico fondamentale che va salvaguardato nella sua interezza. Nonostante ciò si è avvallata un’operazione edilizia (con evidente disprezzo di ogni valutazione estetica) che, lo ripetiamo, ha deturpato come mai prima era avvenuto una parte integrante del patrimonio culturale scandianese, trasformando una spettacolare “porta d’ingresso” alla Valle, da pregevole “biglietto da visita” al più “sommo” manifesto negativo di gestione del territorio locale degli ultimi decenni.
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